Con domenica della Palme, il Giardino museo Bonsai della serenità del M°

il corniolo è sicuramente una delle prime piante a fiorire.Con domenica della Palme, il Giardino museo Bonsai della serenità del M°

Armando Dal Col,  apre ai visitatori  la sua immensa collezione di Bonsai,  unica in Europa.

 

La mostra permanente rimarrà aperta fino al mese di novembre.

La primavera è arrivata e già nell’aria si diffondono i profumi della natura.

Il Giardino  Bonsai  si trova a TARZO nella Marca Trevigiana vicino alla Chiesa Parrocchiale, ed è circondato dalle bellezze dei vigneti e dell’incantevole valle con i laghi di Revine e le colline che lo circondano.

 

I Bonsai, non semplicemente esposti, a fila sui bancali, o appoggiati su dei tronchi, o negli spazi faticosamente ricavati sulla collina, ma inglobati nel verde quasi fossero un tutt’uno, divengono così un luogo di riflessione, di meditazione, di ricreazione, di diletto.

Grazie alla magia dei suoi silenzi, il visitatore nel lento fluire delle stagioni avrà l’opportunità di vivere l’atmosfera rarefatta intrisa di filosofia Zen presente nel Giardino Bonsai della serenità, e  gioire del contrasto tra un piccolo angolo orientaleggiante e lo sfondo delle Dolomiti Bellunesi, contrasto che è anche rapporto dialettico tra i due scenari.    A chiunque desideri vivere le piacevoli sensazioni che il Giardino Bonsai suscita,  Armando e Haina Dal Col  sono ben lieti di aprire le loro porte ai visitatori.

Tel. 0438.587265.

Cell. 349 370 8802.

www.armandodalcolseiwabonsaien.com

Email: armando.haina.dalcol@gmail.com

www.youtube.com/armandohainadalcol

Tarzo su TV2000 sui Borghi d’Italia in onda sabato 9 febbraio e domenica in replica , con il servizio dedicato al Giardino museo Bonsai della serenità di Armando e Haina Dal Col.

http://www.borghiditalia.tv2000.it/

http://www.borghiditalia.tv2000.it/

http://www.borghiditalia.tv2000.it/

Ecco i link per vedere il filmato per quanti non l’hanno potuto seguire in diretta televisiva.
La parte dedicata al mio giardino Bonsai si vedrà verso la fine e durerà 4 minuti +o-
Alcuni Bonsai sono esposti sui bancali parzialmente protetti dal tessuto non tessuto, e questo sarà un motivo di più per poterli vedere dal vivo fino alla base del nebari, comprese alcune recenti lavorazioni “poco visibili” nel video. Buona visione,
Armando

Pinus mugo montana, capolavoro del terzo millennio.

Pinus mugo montana, capolavoro del terzo millennio.

Pini mughi molto vecchi raccolti in natura con gravi difficoltà di sopravvivenza suscitano profondo rispetto trovandosi al loro cospetto.

Non è certo una scusante se tentiamo di “trasferire” in un vaso di coltivazione una di queste piante giunte al limite della sopravvivenza, ma se noi cerchiamo  di offrir loro un avvenire cercando di “ringiovanirle” apportando delle tecniche di coltivazione che le permettono di acquisire nuovo vigore, penso che se potessero parlare ci ringrazierebbero!  E come non rimanere stupiti quando questo si verifica con un buon esito positivo,  ripristinando una pianta  sofferente, riportandola a una nuova dignità di albero.

I percorsi riabilitativi sono lunghi e difficili per la pianta stessa,  ma superati i passi iniziali rimaniamo compiaciuti, consci di aver ridato alla pianta una nuova dignitosa esistenza.

 

In questo video vediamo il Pino mugo nell’area del Giardino museo Bonsai

della serenità.

 

http://www.youtube.com/watch?v=JsbSJ1XLGjM&feature=share&list=UUgaxoVbEkVt_uglzAlPuoyg

Creazione di un Tokonoma, o meglio di una “Alcova” per fotografare i Bonsai.

    Creazione di un Tokonoma, o meglio di una “Alcova” per fotografare i Bonsai.

 

 

 

Il  Tokonoma è un universo immaginario posto all’interno di una casa tradizionale giapponese situato nella stanza degli ospiti o,  comunque,  in un luogo riparato per godere della grandezza della Natura in forma di microcosmo.  Ma può anche essere considerato  un luogo di meditazione consacrato alla “spiritualità”.

Realizzare  un Tokonoma classico che possa “avvicinarsi” a quelli giapponesi non è così semplice in quanto le nostre abitazioni  non sono adatte, ed inoltre non si trovano facilmente tutti gli oggetti originali che lo compongono. Ho quindi cercato di “arrangiarmi” con materiali nostrani per realizzare una nicchia o meglio un’alcova che rispecchiasse almeno in parte le “sembianze” di un Tokonoma giapponese, prestando soprattutto l’attenzione sul colore dello sfondo che deve essere di una tonalità tenue, uniforme, e dal colore caldo. Quando si prepara un Bonsai per una mostra importante è bene verificarne l’effetto curando con attenzione gli elementi di accompagnamento. Ecco quindi che lo spazio espositivo nel tokonoma si rivela molto utile, in quanto si ha l’esatta prospettiva di come verrà esposto.

Nelle mostre tradizionali i tavoli o piani d’appoggio per i Bonsai hanno un’altezza media di 80 cm, in questo modo i visitatori possono ammirarli più facilmente. Infatti, nel tokonoma tradizionale giapponese il piano d’appoggio è appena rialzato dal pavimento, non superando l’altezza di 10/20 cm poiché gli ospiti sono seduti o inginocchiati per terra sopra un cuscino e così,  il Bonsai si trova ad altezza degli occhi.  Noi occidentali siamo abituati a rimanere seduti su una sedia attorno al tavolo del soggiorno, così possiamo ammirare le opere d’arte appese alle pareti, e se lo spazio ce lo consente sarà possibile realizzare una parete per costruirci un Tokonoma. Naturalmente per poter ammirare un Bonsai che occasionalmente lo potremo esporre all’interno, il piano d’appoggio potrà essere ad un’altezza utile per poterlo ammirare standosene tranquillamente seduti sul divano o in una poltrona.  Ed è per questo che il mio tokonoma ha il piano d’appoggio di 70 cm di altezza, così è possibile osservare il Bonsai nel punto focale più idoneo, e cioè il terzo inferiore dell’albero.

 

Ed ora qualche immagine sulla costruzione del tokonoma con l’aspetto finale.

 

Rimodellando il tronco di un Tasso scortecciato da Italo alcuni anni fa.

Rimodellando il tronco di un Tasso scortecciato da Italo alcuni anni fa.

Questo tasso era stato capitozzato denudando il 70% del tronco dall’apice fino alle radici.  Italo e suo nipote Sergio son venuti da me per rimodellare la parte morta del tronco poiché all’epoca fu solo tolta la corteccia tagliando l’apice del tronco per assottigliarlo in prossimità del ramo apicale per dare conicità alla struttura della pianta. La parte del tronco privato della corteccia con gli anni si è seccato, diventando durissimo.

Le frese taglienti in mio possesso scalfirono con difficoltà il legno durissimo, per cui per iniziare a togliere delle porzioni del legno per modellare il tronco secondo il mio intento, ho dovuto dapprima usare una fresa a sega circolare per intaccare il legno. Successivamente ho usato delle sgorbie a mano per eliminare parte del legno e, successivamente, ho usato delle frese di diversa struttura. La linea del tronco presenta una spiccata  conicità, ma priva di elementi secondari che potevano avere un ruolo importante nelle parti morte della pianta, così ho dovuto inventarmi delle soluzioni per far sì che l’effetto finale risultasse il più piacevole e naturale possibile. Le parti vive della pianta composte da tre rami verranno modellate dal proprietario nella prossima primavera, in quanto non offrono difficoltà di progettazione.

Ed ora la parola ad alcune immagini riprese durante la lavorazione del tronco.

Haina modella un veccio Abete rosso nato nel 1960.

Haina inizia a modellare l’abete.

http://www.youtube.com/watch?v=gRPT6zBeixA&feature=share&list=UUgaxoVbEkVt_uglzAlPuoyg

http://youtu.be/V6kQWUo8N8I

http://youtu.be/wmDY13XRlO4

Una Farnia dall’aspetto imponente tipico della specie rimodellata come un Bonsai.

Una Farnia dall’aspetto imponente tipico della specie rimodellata come un Bonsai.

 

Ringrazio Paolo per avermi affidato  oltre al suo interessante pino silvestre, anche questa quercia della specie Farnia da modellare raccolta 10/15  anni fa.

All’epoca della raccolta la Farnia fu subito trasferita  in un grande vaso di plastica da coltivazione, regolarmente potata ma mai rinvasata. In tutti questi anni la pianta non ha mai ricevuto delle tecniche bonsaistiche mirate, poiché Paolo la considerava molto simile alle vecchie querce che vivono in natura. Affidandomi la pianta da rimodellare, si è subito espresso di porre SOLO delle lievi modifiche, al fine di mantenere la forma naturale tipica della specie. Ho quindi cercato di non stravolgere la forma, anche perché eliminando dei rami “antiestetici sviluppatesi in natura”, avrei creato dei vuoti incolmabili, come la posizione di un robusto ramo cresciuto abbastanza appressato al tronco in una forma pseudo verticale che togliendolo avrebbe creato una voragine. Dopo aver valutato attentamente la pianta, decisi di scegliere il fronte opposto al ramo verticalizzato, a scapito del nebari che presentava caratteristiche migliori. Con la scelta di questo fronte, ho cercato di “nascondere” alla vista il ramo in questione, modellando le restanti branche aiutandomi soprattutto con dei tiranti. Alla fine della lavorazione, la farnia ha evidenziato maggiormente le sue caratteristiche, e Paolo ne è rimasto compiaciuto.

Buona visione.

PINO SILVESTRE MODELLATO NELLO STILE DAI-SHAKAN, RACCOLTO DA PAOLO NEL 1987 AFFIDANDOLO A ME PER L’IMPOSTAZIONE.

PINO SILVESTRE MODELLATO NELLO STILE DAI-SHAKAN, RACCOLTO DA PAOLO NEL 1987 AFFIDANDOLO A ME PER L’IMPOSTAZIONE.

 

 

Ringrazio Paolo per avermi affidato il suo interessante pino silvestre da modellare raccolto 25 anni fa.

All’epoca della raccolta il pino silvestre fu trasferito subito in una grande ciotola da giardinaggio e non è mai stato rinvasato. In tutti questi anni la pianta non ha mai ricevuto delle tecniche bonsaistiche mirate, se non le normali cure di giardinaggio pinzando le candele dominanti. Questo ha fatto sì che le fronde esposte al sole prendessero una certa dominanza indebolendo i rametti secondari allungandoli a dismisura alla ricerca della luce, portando all’apice una vegetazione insostenibile dai rametti. Il primo grande intervento quindi è stato quello di eliminare tutti gli aghi vecchi e i rametti troppo esili, infine si è cercato di valorizzare la struttura del tronco semi-prostrato creando lo stile Dai-Shakan, letteralmente albero fortemente inclinato, ma con un’ampia corona sovrastante la base del tronco fino a formare un triangolo scaleno.

Grazie alla preziosa collaborazione di mia moglie Haina, in una giornata parzialmente soleggiata, ma sorpresi anche da un violento acquazzone,  abbiamo portato a termine il primo grande step, rinvaso compreso. Ed ora lascio le spiegazioni “leggibili” grazie alle numerose immagini riprese durante la lavorazione fatta domenica 26 agosto 2012.

Questo pino silvestre grazie alla sua forma poco comune e molto interessante, fra qualche anno con le cure mirate diventerà un capolavoro Bonsai che farà sicuramente parlare di sè.

A chiunque desideri farsi impostare una loro pianta, Haina ed io siamo ben lieti di renderci disponibili.

Armando Dal Col