MOSTRA DEL BONSAI ARTISTICO A TARZO

MOSTRA DEL BONSAI ARTISTICO E SUISEKI DOMENICA 17 APRILE 2011 NELLA VIA CENTRALE DI TARZO. Per informazioni telefonare al N° 0438 587265

L’evento è imminente, un’occasione ghiotta per quanti possono partecipare.

http://www.giornalesentire.it/2011/febbraio/2478/ilgiardinodellaserenita.html

Con l’arrivo della primavera, il Giardino Museo Bonsai della Serenità di Armando e Haina Dal Col apre i battenti alle visite degli appassionati di quest’arte filosofia orientale.
Domenica 17 aprile 2011 la via centrale di Tarzo sarà addobbata da una fantastica mostra personale di Bonsai dei coniugi Dal Col. A questa sesta edizione interverrà la famosa flautista Federica Lotti, la quale proporrà due interventi musicali (15,30 e 16) durante il pomeriggio di visita al “Giardino Museo Bonsai della Serenità”. Ed è così che accettando l’invito ha espresso un suo pensiero:
Mi ha conquistato subito fin dalla prima volta il “Giardino Bonsai della Serenità” di Armando e Haina.
E’ un misto di stupore e di curiosità davanti alla forza della natura ed alla tecnica dell’uomo quello che si prova nel Giardino, una malìa dolce che ti attira e che ti chiede di saperti fermare, saper osservare, saper ascoltare.

Una musicista come me ha sentito il desiderio di tornare a suonare lì, in mezzo a tutta quella bellezza, quasi a cercare di farne parte, assorbirne la serenità ed effonderla attraverso il suono del mio flauto. Come una fontana di suoni.

La manifestazione sarà curata con la collaborazione dell’Associazione Culturale PRO.G.E.T.T.O. di TARZO presieduta dall’ing. Alberto Baldassar. Il percorso della mostra si estenderà con la visita al Giardino Museo Bonsai della Serenità che si trova vicino alla Chiesa. I visitatori saranno accolti dalla signora Haina, moglie del Maestro, la quale farà da guida per ammirare le centinaia di opere, molte delle quali sono salite sul podio al World Bonsai Contest in Giappone.

IL M° ARMANDO DAL COL all'ingresso del celebre giardino Bonsai.

MALUS  SYLVESTRIS

Melo carico di frutti.

Pinus sylvestris in esposizione.

La flautista Federica Lotti ripresa durante uno dei suoi numerosi concerti.

CONGRESSO NAZIONALE UBI Unione Bonsaisti Italiani)

Programma del XV
Congresso Nazionale UBI

Giovedì 31 Marzo 2011

Venerdì 01 Aprile 2011

14.00 – 18.00 Allestimento aree espositive e commerciali
14.00 – 18.00 Apertura registrazioni congressuali

Sabato 02 Aprile 2011

09.00 – 12.00 Allestimento esposizione e aree commerciali
09.00 – 12.00 Registrazioni migliori bonsai e suiseki
09.00 – 12.00 Apertura registrazioni congressuali
14.30 – 17.30 Dimostrazione Talento UBI 2010
15.00 – 16.00 Tavola rotonda Istruttori UBI
16.30 – 17.30 Tavola rotonda coordinamenti
18.00 Cerimonia di apertura con apericena

Domenica 03 Aprile 2011

09.00 Apertura registrazioni
09.00 Apertura mostra e aree commerciali
09.00 – 13.00 Selezione nuovo talento UBI 2011
09.30 – 12.30 Dimostrazione bonsai
10.00 – 12.00 Conferenza suiseki a cura di Luciana Queirolo
10.00 – 12.00 Visite guidate mostra UBI
10.00 – 17.00 Votazioni rinnovo C.D.
14.30 – 17.30 Dimostrazione bonsai
14.30 – 16.00 Conferenza bonsai
15.00 – 18.00 Dimostrazione/Work-shop Ikebana
16.00 – 18.00 Conferenza Giardino Giapponese e Zen
16.00 – 18-00 Visite guidate mostra UBI
18.00 Scrutinio schede elettorali
19.00 Chiusura mostra e aree commerciali
21.00 Cena di Gala con premiazioni e musica dal vivo

Con la partecipazione:
• per il bonsai: Marc Noelanders e Ryan Neil
• per il suiseki: Sergio Malpeli

09.00 Apertura registrazioni
09.00 Apertura mostra e aree commerciali
10.00 – 12.00 Visite guidate mostra UBI
10.00 – 12.00 Assemblea Generale UBI
10.00 – 12.30 Seminario bonsai didattico per principianti
10.30 – 12.30 Dimostrazione bonsai
14.30 – 17.30 Dimostrazione bonsai
15.00 – 17.00 Conferenza botanica
15.00 – 17.00 Visite guidate mostra UBI
18.00 Chiusura manifestazione – ritiro esemplari

PENSIERO DELLA FLAUTISTA FEDERICA LOTTI.

La scoperta di un bellissimo luogo, come sospeso dal fluire del tempo. Un angolo baciato dal sole collocabile in un qualsiasi spicchio di mondo.
Mi ha conquistato subito fin dalla prima volta il “Giardino Bonsai della Serenità” di Armando e Haina.
E’ un posto magico che ti allontana dai ritmi convulsi e dalle brutture per avvicinarti ai suoni più interiori, alle risonanze gentili e profonde che il solo guardare queste piccole ma potenti sculture fatte di tronchi e foglie e frutti minuscoli fa affiorare dal di dentro a chiunque si sappia avvicinare loro con rispetto e delicatezza.
E’ un misto di stupore e di curiosità davanti alla forza della natura ed alla tecnica dell’uomo quello che si prova nel Giardino, una malìa dolce che ti attira e che ti chiede di saperti fermare, saper osservare, saper ascoltare.
E così, una musicista come me ha sentito il desiderio di tornare a suonare lì, in mezzo a tutta quella bellezza, quasi a cercare di farne parte, assorbirne la serenità ed effonderla attraverso il suono del mio flauto. Come una fontana di suoni.
Uno sguardo al Giardino Museo Bonsai della Serenità

L’ECO DEL PINO LORICATO, IL PATRIARCA DEL MONTE POLLINO.

Foto 2. Pino loricato del monte Pollino. Non ci sono parole per definire questi luoghi che considero sacri; il silenzio è sicuramente più idoneo per interpretare quello che l’ambiente suscita. Sullo sfondo si notano dei pini loricati ormai passati a miglior vita ancora in piedi o accasciati al suolo, testimoni di lontane ere geologiche.

L’ECO DEL PINO LORICATO, IL PATRIARCA DEL MONTE POLLINO.

Ho ancora vivo in me l’immagine del “Patriarca”, il pino loricato millenario che vive sul monte Pollino, in Basilicata.
Le sue possenti radici scendono a raggiera sulla parete rocciosa strisciando come serpenti, a tratti in un saliscendi davvero impressionante.
E’ grazie al caro amico Gianni Picella di Bari e ai nuovi amici incontrati a Castrovillari se ho potuto salire sul Pollino, vedere i vecchi e maestosi Faggi secolari dai tronchi bitorzoluti e, i pini loricati affascinanti ed unici poiché specie pseudo endemica le cui origini tuttavia appartengono alla Grecia e naturalizzatesi sul monte Pollino probabilmente ad opera degli uccelli con le loro deiezioni contenenti dei semi. Ho così potuto toccare con mano e sedermi sopra ad una radice del “Patriarca” così chiamato, poiché considerato il pino più vecchio d’Italia.
Cielo, sole, terra, roccia, neve e vento caratterizza questo lembo della Basilicata.
Nessun paesaggio è privo di vita, ma ovunque l’ambiente è minacciato dall’uomo dove si compiono ripetuti atti di vandalismo.
Sul nostro pianeta gli alberi e le genti si ergono diritti verso il cielo. Gli alberi portano il fardello del loro crescere, come vecchi maestri mentre noi apprendiamo.
I pini loricati del Pollino, con i possenti tronchi coperti di grosse squame come il guscio di una tartaruga o di certi scudi antichi, hanno i rami contorti e mutilati, esempi di misteriose forze della natura. Essi sono dei superbi giganti che colonizzano pareti rocciose e sono lì a sfidare per secoli tormente di neve e ghiaccio, fulmini e saette, temperature estreme, e incendi dolosi provocati dall’uomo…
Il Pino loricato, morendo, perde la corteccia evidenziando i tronchi attorcigliati i quali, sottoposti all’azione continua del vento assumono una colorazione ossea-argentata, quasi lucente; gli alberi con la loro scheletricità appaiono così drammatici e affascinanti.
In una radura incontrammo dei resti di pini loricati accasciati al suolo ormai in via di decomposizione, testimoni di lontane ere geologiche.
L’emozione che provai, penetrando in questa sorta di tempio, fu davvero indicibile, e si è colti da un profondo senso di serenità interiore che rende sazi in tutti i sensi.
L’escursione sul Pollino è giunta al termine ed ora è tempo di ritornare a valle. L’atmosfera di questo parco è rarefatta, eterea, e rispettosamente ci allontaniamo quasi in punta di piedi.

Foto 1. Siamo seduti sulle radici del “Patriarca”. Gianni Picella ed io siamo rimasti “catturati” dalla poderose radici del Patriarca, il Pino loricato millenario. Avremmo dovuto inginocchiarci al suo cospetto anziché sederci sopra ad una radice, ma in cuor nostro sappiamo che non gli abbiamo mancato di rispetto.

THE MAGIC TREE: L’ALBERO IMPOSSIBILE

THE MAGIC TREE: L’ALBERO IMPOSSIBILE.

Fare cultura uscendo dai canoni tradizionali è sempre un momento in cui ci si “spoglia del proprio essere” per porlo su di un vassoio affrontando il giudizio degli altri. E per questo non è detto che si sia sempre capiti.
L’evoluzione spinge nel cercare di interpretare qualcosa di nuovo, di innovativo interpretando anche delle opere estreme, ma non è così semplice riuscirci –e questo- in tutte le forme artistiche.
L’opera che vi presenterò può non piacere, ma sicuramente non passerà inosservata! Vorrei invitarvi a “soffermarvi” maggiormente nelle brevi sequenze fotografiche che hanno dato nuova vita nella realizzazione della “Magia verde”, dicendo tranquillamente la vostra impressione.
Grazie, Armando Dal Col.

Dal Medioevo all’800, sotto l’influsso della pittura, della filosofia, della letteratura e della musica, l’arte di creare ha rispecchiato in modo suggestivo una realtà estetica e filosofica in perenne mutamento. Tutte le arti nel corso dei secoli hanno subito profonde innovazioni grazie alla creatività di taluni artisti.
Eppure in ogni epoca il linguaggio legato alle arti si è ripetuto all’infinito, imitandosi a vicenda in un circolo vizioso, anche se la mano di ogni artista era ed è riconoscibile. Imporsi con qualcosa di nuovo che lasci una traccia è sempre stato difficile, e che dire della musica, le note musicali nel pentagramma sono sempre sette. Ed anche queste sono state mescolate e rimescolate all’infinito imitandosi a vicenda, sì da far pensare che non ci sia più nessuna possibilità di dire qualcosa di nuovo.
Creare qualcosa di veramente innovativo e valido, come dicevo, non è facile; e con tutta probabilità quando questo si verifica è quasi sempre casuale, oppure nasce dalla sofferenza, o da uno stato d’animo intriso di malinconia.
Quello che vi presento come l’albero impossibile chiamato “Magic tree”, nasce dal dispiacere di aver assistito impotente alla morte di un piccolo Larice cui ero molto affezionato, passato a miglior vita a causa di “un colpo di secco” troppo prolungato, questo per agevolare la formazione di una grande quantità di gemme da fiore con la successiva formazione delle pigne. E che dire del titolo in anteprima che segue il nome di magia verde: l’albero impossibile? Si, perché questo tipo di albero in natura non esiste, l’ho inventato io. Vediamolo insieme attraverso le immagini come sono riuscito a pensarlo e a realizzarlo, grazie anche al prezioso aiuto di mia moglie Haina.

Nella prima foto, il Larice sarà trasformato in un albero i cui rami e rametti prenderannoLarice vita rivestendosi di una moltitudine di fili d’erba impossibile ad esserci, poiché in natura non esiste, l’ho inventato io!
Spiegai a mia moglie Haina l’idea di creare un albero verde con il piccolo larice morto facendo crescere l’erbetta sopra la ramificazione delle branche.
Per poter trattenere il terriccio fangoso con i semi mescolati dell’erbetta, era necessario sostenerlo con un materiale resistente, leggero e traspirante. Ed è per questo che pensai di utilizzare delle compresse di garza da medicazione, affidando ad Haina il compito di fissarle sotto ad ogni branca dell’albero.

Nella seconda foto Haina si rivolge a me dicendomi se il lavoro affidatogli è come lodesideravo. Tutto Ok, prosegui così.
La prima fase di preparazione era stata abilmente portata a termine; la fase successiva consisteva nel mettere una sufficiente quantità del composto preparato in precedenza sopra i piccoli palchi sorretti dalle compresse di garza, dopodiché era necessario mettere la pianta dentro un sacco di plastica chiuso, ma ben arieggiato all’interno. Nebulizzai frequentemente l’albero per facilitare la crescita dell’erbetta che apparve dopo una decina di giorni.

Nella terza immagine si osserva come “l’intelaiatura” del Larice con le compresse di garza sia stata completata egregiamente. L’immagine è suggestiva anche in questa fase di sviluppo, poiché l’albero sembra innevato!

La foto successiva mostra uno dei miei Larici carico di pignette ottenute con la tecnica del “colpo di secco” alto solamente 25 centimetri! Naturalmente perché questo avvenga, è necessario che l’albero raggiunga la maturità sessuale.

La quinta e la sesta foto riprende l’albero magico sia dal fronte che dalla parte opposta, avvolto “dai tentacoli della medusa”. Infatti, le

radici dell’erba volteggiano libere nello spazio sottostante nel disperato tentativo di afferrarsi alla nuda terra inesistente.

La settima foto presenta l’albero impossibile: the“magic tree”.

Per ottenere dei palchi verdi compatti è necessario tagliare l’erbetta almeno due tre volte al mese, nebulizzando l’albero con una certa frequenza per mantenere l’erba costantemente umida.

L’ottava foto riprende “the magic tree” in esposizione.
Questa esposizione mista è stata esposta in anteprima alla Mostra-Congresso di ARCOBONSAI nel 2001.

E’ raro poter vedere contemporaneamente in un Tokonoma (o meglio in uno spazio espositivo come in questo caso), tre oggetti alquanto insoliti.
Alla destra dell’albero impossibile emerge un imponente tronco scheletrico da me lavorato e modellato che battezzai con il nome di “Mammut”. Mentre alla sua sinistra sovrasta dall’alto un larice il cui aspetto incute rispetto e austerità.

Nella due foto successive osserviamo l’albero passato a miglior vita per la seconda volta.

L’erba aveva messo radici sui rami e rametti, sviluppandosi verso la luce in una crescita senza sosta che tuttavia non ha sconfitto la
caducità dell’essere vivente. Questa metafora nel cercare di ridare la vita a una pianta deceduta non ha potuto sconfiggere la morte, e questo è reso perfettamente dalla caducità dell’essere vivente.

Nelle foto successive osserviamo la rinascita di un altro alberello tragicamente passato a miglior vita per mancanza d’acqua. In quest’altra situazione ho preferito “sostituire” la vita con del giovane trifoglio.

Armando Dal Col

Annuncio del mio sito agli amici di tutto il mondo.

Cari amici sono Armando Dal Col, è con una certa emozione che vi annuncio il mio sito web. Basta digitare: www.armandodalcolseiwabonsaien.com

Il sito è modesto ed essenziale, ed è rivolto particolarmente per chi ha difficoltà a visitare dal vero il mio: 

“Giardino Museo Bonsai della Serenità”.

Ma è anche un invito a visitarlo dal vero, magari portando un vostro Bonsai da rimodellare o da realizzare.

Devo ringraziare l’amico Massimo Previato che con paziente impegno lo ha realizzato nei suoi rari ritagli di tempo. Mi piace segnalarlo qui.         http://www.massimopreviato.it

il  sito verrà aggiornato di volta in volta allegando immagini, articoli di tecniche Bonsai eseguite sia da me che da mia moglie Haina, divenuta discepola di grande talento.

Naturalmente sarà anche un’occasione per quanti lo desiderano

apprendere dal vero tecniche bonsaistiche di tutti i livelli.

   Buona visione,

Armando e Haina Dal Col

Giardino Museo Bonsai della Serenità

   “SEI WA BONSAI EN”
        Armando e Haina Dal Col
31020 TARZO (TV) Via Roma, 6   Italy

TEL. +39  0438 587265    Cell. 349 370 8802

www.armandodalcolseiwabonsaien.com

Mail: armando.haina.dalcol@gmail.com

http://www.youtube.com/ArmandoHainaDalCol

www.Calameo.com/Armando Dal Col

Dear friends are Armando Dal Col, it was with some emotion that I announce my web site. Just type: www.armandodalcolseiwabonsaien.com

The site is small and basic, and is intended particularly for those with difficulty from the truth my visit:
” Museum Bonsai Garden of Serenity.”
But it is also an invitation to visit from the truth, even bringing your own bonsai remodel or build.

I must thank my friend with that patient with prior commitments it made in his rare spare time. I like to report it here. http://www.massimopreviato.it

the site will be updated from time to time send pictures, articles Bonsai techniques performed by me and my wife Haina, became a disciple of great talent.
Of course it will also be an opportunity for those who wish
learn from the true bonsai techniques at all levels.

   Good vision,
Armando  and  Haina  Dal Col

Museum Bonsai  Garden of Serenity
   “SEI WA BONSAI EN”
        Armando and Haina Dal Col
31020  TARZO (TV) Via Roma,6    Italy
TEL.  39  0438 5872 65  Mob  349 370 begin_of_the_skype_highlighting 8802

 www.armandodalcolseiwabonsaien.com
Mail: armando.haina.dalcol @ gmail.com
http://www.youtube.com/ArmandoHainaDalCol
www.Calameo.com / Armando Dal Col

VISITATORI ITALIANI E STRANIERI AL SEI WA BONSAI EN.

VISITATORI ITALIANI E STRANIERI AL SEI WA BONSAI EN.

Momenti sereni per quanti hanno potuto visitare dal vero il fantastico Giardino Museo Bonsai della Serenità dei coniugi  Armando e Haina Dal Col. Numerosi appassionati provenienti da tutta Italia e da ogni parte del mondo, hanno potuto “assaporare” dal vero molti dei capolavori Bonsai  creati dal M° Armando Dal Col, i quali hanno fatto la storia del Bonsai in Italia –e non solo-, alcuni dei quali sono stati premiati dalla Nippon Bonsai Association e al Word Bonsai Friend Federation World Bonsai Contest. Enjoy!

Armando e Haina Dal Col

Haina alle prese con il rinvaso di un ginepro

Haina rinvasa un ginepro del Taiwan districando le aggrovigliate  radici.

Una socia del Bonsai Club Belluno “sopravissuto” dopo il mio trasloco a Tarzo, era interessata ad avere un bel ginepro cinese da lavorare. E tramite l’amico Roberto Galanti mio ex allievo e attuale Presidente del club, aveva acquistato un interessante ginepro proveniente dal Taiwan.

L’allieva del club aveva fatto eseguire un primo step, ma non era rimasta soddisfatta del risultato ottenuto. Per questo motivo si era rivolta a me per migliorare il disegno della pianta. Il Ginepro taiwanensis come si sa, dopo la prima impostazione ha la tendenza a perdere gli aghi a squama, e per questo motivo risulta essere meno attraente. La signora di Belluno rimase molto soddisfatta del risultato raggiunto, e successivamente ci avrebbe affidato anche il compito del rinvaso. Trascorso un anno dopo la rielaborazione della pianta, Haina si prese l’impegno di  districare il groviglio delle radici dal vecchio terriccio, effettuando il trapianto del ginepro in un vaso Bonsai.

Seguiamo le varie fasi del trapianto con la separazione del vecchio terriccio,  attraverso le numerose immagini tratte dal video che potrete vedere insieme ad altri filmati che ho pubblicato su You Tube.

Buona visione,

Armando