THE MAGIC TREE: L’ALBERO IMPOSSIBILE.
Fare cultura uscendo dai canoni tradizionali è sempre un momento in cui ci si “spoglia del proprio essere” per porlo su di un vassoio affrontando il giudizio degli altri. E per questo non è detto che si sia sempre capiti.
L’evoluzione spinge nel cercare di interpretare qualcosa di nuovo, di innovativo interpretando anche delle opere estreme, ma non è così semplice riuscirci –e questo- in tutte le forme artistiche.
L’opera che vi presenterò può non piacere, ma sicuramente non passerà inosservata! Vorrei invitarvi a “soffermarvi” maggiormente nelle brevi sequenze fotografiche che hanno dato nuova vita nella realizzazione della “Magia verde”, dicendo tranquillamente la vostra impressione.
Grazie, Armando Dal Col.
Dal Medioevo all’800, sotto l’influsso della pittura, della filosofia, della letteratura e della musica, l’arte di creare ha rispecchiato in modo suggestivo una realtà estetica e filosofica in perenne mutamento. Tutte le arti nel corso dei secoli hanno subito profonde innovazioni grazie alla creatività di taluni artisti.
Eppure in ogni epoca il linguaggio legato alle arti si è ripetuto all’infinito, imitandosi a vicenda in un circolo vizioso, anche se la mano di ogni artista era ed è riconoscibile. Imporsi con qualcosa di nuovo che lasci una traccia è sempre stato difficile, e che dire della musica, le note musicali nel pentagramma sono sempre sette. Ed anche queste sono state mescolate e rimescolate all’infinito imitandosi a vicenda, sì da far pensare che non ci sia più nessuna possibilità di dire qualcosa di nuovo.
Creare qualcosa di veramente innovativo e valido, come dicevo, non è facile; e con tutta probabilità quando questo si verifica è quasi sempre casuale, oppure nasce dalla sofferenza, o da uno stato d’animo intriso di malinconia.
Quello che vi presento come l’albero impossibile chiamato “Magic tree”, nasce dal dispiacere di aver assistito impotente alla morte di un piccolo Larice cui ero molto affezionato, passato a miglior vita a causa di “un colpo di secco” troppo prolungato, questo per agevolare la formazione di una grande quantità di gemme da fiore con la successiva formazione delle pigne. E che dire del titolo in anteprima che segue il nome di magia verde: l’albero impossibile? Si, perché questo tipo di albero in natura non esiste, l’ho inventato io. Vediamolo insieme attraverso le immagini come sono riuscito a pensarlo e a realizzarlo, grazie anche al prezioso aiuto di mia moglie Haina.
Nella prima foto, il Larice sarà trasformato in un albero i cui rami e rametti prenderanno vita rivestendosi di una moltitudine di fili d’erba impossibile ad esserci, poiché in natura non esiste, l’ho inventato io!
Spiegai a mia moglie Haina l’idea di creare un albero verde con il piccolo larice morto facendo crescere l’erbetta sopra la ramificazione delle branche.
Per poter trattenere il terriccio fangoso con i semi mescolati dell’erbetta, era necessario sostenerlo con un materiale resistente, leggero e traspirante. Ed è per questo che pensai di utilizzare delle compresse di garza da medicazione, affidando ad Haina il compito di fissarle sotto ad ogni branca dell’albero.
Nella seconda foto Haina si rivolge a me dicendomi se il lavoro affidatogli è come lodesideravo. Tutto Ok, prosegui così.
La prima fase di preparazione era stata abilmente portata a termine; la fase successiva consisteva nel mettere una sufficiente quantità del composto preparato in precedenza sopra i piccoli palchi sorretti dalle compresse di garza, dopodiché era necessario mettere la pianta dentro un sacco di plastica chiuso, ma ben arieggiato all’interno. Nebulizzai frequentemente l’albero per facilitare la crescita dell’erbetta che apparve dopo una decina di giorni.
Nella terza immagine si osserva come “l’intelaiatura” del Larice con le compresse di garza sia stata completata egregiamente. L’immagine è suggestiva anche in questa fase di sviluppo, poiché l’albero sembra innevato!
La foto successiva mostra uno dei miei Larici carico di pignette ottenute con la tecnica del “colpo di secco” alto solamente 25 centimetri! Naturalmente perché questo avvenga, è necessario che l’albero raggiunga la maturità sessuale.
La quinta e la sesta foto riprende l’albero magico sia dal fronte che dalla parte opposta, avvolto “dai tentacoli della medusa”. Infatti, le
radici dell’erba volteggiano libere nello spazio sottostante nel disperato tentativo di afferrarsi alla nuda terra inesistente.
La settima foto presenta l’albero impossibile: the“magic tree”.
Per ottenere dei palchi verdi compatti è necessario tagliare l’erbetta almeno due tre volte al mese, nebulizzando l’albero con una certa frequenza per mantenere l’erba costantemente umida.
L’ottava foto riprende “the magic tree” in esposizione.
Questa esposizione mista è stata esposta in anteprima alla Mostra-Congresso di ARCOBONSAI nel 2001.
E’ raro poter vedere contemporaneamente in un Tokonoma (o meglio in uno spazio espositivo come in questo caso), tre oggetti alquanto insoliti.
Alla destra dell’albero impossibile emerge un imponente tronco scheletrico da me lavorato e modellato che battezzai con il nome di “Mammut”. Mentre alla sua sinistra sovrasta dall’alto un larice il cui aspetto incute rispetto e austerità.
Nella due foto successive osserviamo l’albero passato a miglior vita per la seconda volta.
L’erba aveva messo radici sui rami e rametti, sviluppandosi verso la luce in una crescita senza sosta che tuttavia non ha sconfitto la
caducità dell’essere vivente. Questa metafora nel cercare di ridare la vita a una pianta deceduta non ha potuto sconfiggere la morte, e questo è reso perfettamente dalla caducità dell’essere vivente.
Nelle foto successive osserviamo la rinascita di un altro alberello tragicamente passato a miglior vita per mancanza d’acqua. In quest’altra situazione ho preferito “sostituire” la vita con del giovane trifoglio.
Armando Dal Col